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11 marzo 2011

193 - 150° : Un riparo dal diluvio di retorica

Buona settimana a tutti.
Tra pocchissimi giorni si celebrerà il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Onestamente, quanti fino a pochi mesi fa sapevano che il 17 marzo del 1861 si dichiarò l’Italia Unita ?
Personalmente non credo ci sia tantissimo da festeggiare

Commentiamo prima le solite news nazionali
Il giovane Fassino (P.D.) ha vinto le primarie del cesntro sx per le elezioni a sindaco di Torino.
Mr. 8 legislature (anche la consorte ne ha parecchie alle spalle...) ha avuto la meglio sui rivali, tra i quali uno dei rottamatori dello stesso P.D. (quelli del gruppo di Renzi, per intenderci).
Chi ha avuto la peggio e' forse stata la sinistra che non riesce proprio a proporre facce e idee nuove da contrapporre alla destra (o a quella che si definisce tale)
Battere B. in queste condizioni e' davvero dura.

Mi ha fatto davvero riflettere sentire Roberto Saviano raccontare le sue “10 cose per cui vale la pena vivere”.
Nonostante sia stato costretto a fuggire dalla sua terra di origine, il casertano, a causa dei suoi scritti contro la camorra e a vivere da anni segregato e iper protetto, Saviano nella sua “top ten” ha inserito parecchi richiami alla sua terra : fare il bagno dove il mare è mare, ritornare a casa propria e…. la mozzarella di bufala aversana.
Un produttore di bufala, in cambio di questa dichiarazione d’amore per il latticino campano, ha promesso in regalo a Saviano la fornitura costante del prelibato prodotto.
Saviano, raccontando l’episodio, ha però tristemente affermato che non avendo lui dimora fissa e nota (la camorra lo ha messo nel mirino da tempo) tale promessa rischia di non vedersi concretizzata.
A coloro che ancora ironizzano su Saviano, accusandolo di “aver fatto i soldi” con i suoi scritti (come se fosse un delitto scrivere cose vere contro la mafia), provate a pensare a cosa significa vivere a quell’età (Saviano a poco più di 30 anni) perennemente lontano dai propri luoghi, segregato, sempre controllato, in pratica non più libero di vivere una vita normale e continuamente nel mirino dei mafiosi.
Il tutto solo per aver raccontato cosa è la mafia, come controlla gran parte dell’economia italiana e in parte straniera.

La Lega Nord presenta un progetto di legge Regionale per “riordinare” l’apertura e a gestione dei negozi etnici o comunque gestiti da stranieri.
L’hanno già battezzata la legge anti-kebab.
Obiettivi principali : evitare l'addensamento di negozi extracomunitari e la creazione di ghetti, inoltre chi vorrà aprire un esercizio pubblico dovrà parlare italiano ed esporre le informazioni commerciali nella nostra lingua.
Guerra ai venditori di kebab, dunque, ma anche ai centri massaggi gestiti soprattutto da cinesi. “Uno strumento per tutelare le attività storiche e tradizionali e per governare meglio il territorio”, spiegano quelli del Carroccio.
Le Lega la chiama la “legge Harlem”, per ricordare la lotta al degrado dell’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, e sembra convincere anche il governatore della Lombardia Roberto Formigoni.
Personalmente, per quello che ho letto in rete, mi sembra questa una buona norma.
Certo, richiamarsi a Giuliani, sindaco della tolleranza zero, fa ridere (per non dire piangere), dopo tutte le leggi nazionali votate per ostacolare l’applicazione delle leggi.
Ma i princìpi ispiratori della legge sono condivisibili:
1) dare ai sindaci uno strumento non solo per regolarizzare i negozi di kebab, ma più in generale per valorizzare la specificità delle diverse aree storiche è uno strumento intelligente e interessante”.
2) Impedire la creazione di quartieri ghetto, che causano preoccupazione e rendono difficile l’integrazione degli stranieri”. Il progetto si adegua a una direttiva comunitaria che prevede limiti laddove sussistano situazioni contrastanti con l’ordine pubblico, la sicurezza e la tutela dei consumatori”. I comuni, quindi, potranno prevedere limiti di distanza tra un negozio e l’altro. Il tutto per evitare addensamenti di traffico, il disturbo alla quiete pubblica, tutelando l’ordine, l’ambiente urbano, quello sociale, la vivibilità, la proprietà intellettuale e molto altro ancora.
3) Si passa poi al nodo della lingua.
Agli stranieri che vorranno aprire un’attività commerciale sarà così richiesta la conoscenza dell’italiano.
Chi non parla la nostra lingua dovrà frequentare un corso gestito dal Comune.
Inoltre,tutte le informazioni commerciali devono essere rese anche in lingua italiana.
4) Giro di vite per parrucchieri e centri massaggi orientali, ormai sparsi un po’ ovunque nel capoluogo lombardo. Per entrambe le attività la legge prevede la richiesta di una qualifica professionale. La professionalità di chi lavora nei centri messaggi deve essere uguale a quella degli operatori italiani
E’ probabile che adesso la solita contrapposizione ideologica veda schierarsi compatti i favorevoli alla legge (che saranno sordi ai possibili miglioramenti) e i contrari, con le accuse di discriminazione etnica etc.
Nella realtà, la legge in questione andrà poi applicata localmente e il mio timore è che in quel momento si possa scatenare una forma di discriminazione, a fronte di princìpi della legge propsota che mi sembrano, per quello che ne so, condivisibili.
Ricordo sempre che l’unico take-away di Sannazzaro è un Kebab gestito da turchi (frequentatissimo dai nostri ragazzi), che sopra il Carefour c’è uno spaccio di materale low-cost gestito da cinesi, che permette a chi non ha il portafoglio pieno di soddisfare alcune necessità e che diversi locali pubblici sono già gestiti da stranieri.

L’8 marzo si è celebrata la festa della Donna.
Io sono convinto che con più donne nelle leve di comando (compagnie private e pubblico) forse il mondo andrebbe meglio.
Le quote rosa, che assomigliano molto alle riserve “indiane”, in teoria sono un’offesa per le donne, perché le caratterizzano come minoranza.
Tuttavia, almeno in italia uno dei paesi più maschilisti, sono l’unico strumento che può innescare la progressiva penetrazione femminile nell’economia e nella politica. In pratica le quote rosa sono un male necessario.


Qualche goiorno fa sul Corriere della Sera è uscito un interessantissimo articolo che tratta di un capitolo dell’ultimo libro del Papa.
Benedetto XVI ha scritto una cosa, questa si, epocale.
Riporto un estratto di quanto scrive il Pontefice:
“L’interrogatorio di Gesù davanti al sinedrio si era concluso così come Caifa se l’era aspettato: Gesù era stato dichiarato colpevole di bestemmia, un reato per il quale era prevista la pena di morte.
Ma siccome il potere di infliggere la pena capitale era riservato ai Romani, il processo doveva essere trasferito davanti a Pilato e con ciò doveva entrare in primo piano l’aspetto politico della sentenza di colpevolezza.
Gesù si era dichiarato Messia, aveva quindi preteso per sé la dignità regale, anche se in modo del tutto particolare.
La rivendicazione della regalità messianica era un reato politico, che dalla giustizia romana doveva essere punito.
Con il canto del gallo era sorto il giorno. Il governatore romano usava sedere in giudizio nelle prime ore del mattino.
Così Gesù viene dai suoi accusatori condotto al pretorio e presentato a Pilato come malfattore meritevole di morte.
Nella descrizione dell’andamento del processo i quattro Vangeli concordano in tutti i punti essenziali.
Ma domandiamoci anzitutto: chi erano precisamente gli accusatori? Chi ha insistito per la condanna di Gesù a morte?
Secondo Giovanni, essi sono semplicemente i «Giudei».
Ma questa espressione, in Giovanni, non indica affatto — come il lettore moderno forse tende ad interpretare — il popolo d’Israele come tale, ancor meno essa ha un carattere «razzista»".
La nota epocale è proprio che, secondo Benedetto XVI, cade l’accusa di “popolo deicida” che per 2000 anni ha caratterizzato negativamente il popolo ebraico.
Uno dei pilastri dell’antisemitismo, forse il più importante, è proprio questo : perseguitare il popolo che uccise Gesù.
Chissà se questa importante informazione può servire a mitigare in qualche misura l’ignoranza che ancora oggi purtroppo alberga in alcune persone per le quali gli ebrei sono comunque visti come una razza particolare.

E a Sannazzaro, cosa si dice ?
Chiedo venia. La Notte Bianca è evidentemente il 26 giugno e non gennaio.

Martedì 15 marzo alle ore 21,00 nella sede della Corale Vivaldi in Via Marconi si terrà il primo incontro preparatorio agli spettacoli che sono in programma nel progetto GIS edizione 2011.
Si tratta del Gruppo Interesse Scala, una bella iniziativa che la sua Presidente Anna Ghibaudo sta conducendo da alcuni anni, dando la possibilità di preparare e assistere agli spettacoli in uno (se non nel più) bei Teatri del mondo.

I carabinieri hanno illustrato nella nostra scuola elementare i valori della legalità e del rispetto delle regole.
Ai carabinieri va il massimo rispetto ed un grande plauso perché coltivare certi valori già in tenera età è fondamentale.
Un’impresa durissima nell’Italia devastata moralmente dallo stupro a cui i suddetti valori sono sottoposti quotidianamente

Ricordo l’interessante incontro di venerdì’ in Biblioreca 18
"Sapere è Salute", progetto per la creazione di un Centro di Prevenzione e Monitoraggio del Rischio Igienico Ambientale.
Con tale obiettivo si va ben oltre la semplice indagine epidemiologica che rimane solo un mezzo, un passaggio per arrivare alla realizzazione di una struttura di enorme utilità per la popolazione del territorio ed in perfetto accordo con la realtà produttiva esistente.

L’incontro è organizzato dalla Lista civica Aria Nuova. (Vedi la locandina)

Chiudo i commenti sannazzaresi, con una "Lettera aperta ai prossimi candidati a Sindaco e alle liste elettorali (pur non sapendo ancora Voi chi siate)".
A brevissimo partirà la campagna elettorale.
Ve lo chiedo con tutto il rispetto possibile a Voi che Vi metterete in competizione : per favore evitate di considerare i sannazzaresi dei morti di fame e di riempire le giornate pre-elettorali con i banchetti o i gazebo pieni di pane e salame, salatini, aperitivi etc..

... Così come molti hanno fatto nel 2009.
Volete fare una campagna elettorale innovativa, interessante, che aiuti a stimolare le meningi e i neuroni e non solo lo stomaco e le fauci ?
Organizzate incontri pubblici, dibattiti, convegni su temi di interesse locale.
Attivate comizi nelle vie e nelle piazze o, ancora meglio, forum su internet o in facebook.
Ma per piacere non trattateci più da morti di fame.
Grazie

p.s. Diffido chiunque a dare il proprio voto a chi considera i cittadini in vendita per un pò di salame.

Senza dimenticare che le liste andranno valutate non secondo i vecchi, superati schemi, destra sinista e roba varia.
A livello locale dobbiamo premiare le capacità, le competenze e l'onestà.
Ecco il Dodecalogo del Blog, la bussola per valutare le Liste e i candidati.

Veniamo al tema del Post, le celebrazioni del 150° dell'Italia unita.

Il teatrino del “festeggio si-festeggio no”, con il governo che prima decide la ricorrenza festiva e che poi vede sfilarsi alcuni ministri è incredibile, ma è per davvero "molto italiano"….
Come è molto italiano (più che padano...) il fatto che la Lega si è scagliata contro la giornata festiva perchè "c'è da lavorare e non si può sprecare tempo a festeggiare, perchè siamo in crisi".
Provate a immaginare il fegato di tanti italiani quando, dopo queste roboanti dchiarazioni si sono sentiti dire che il governo propone diverse date elettorali per le elezioni amministratiive (15-16 maggio) e per i 3 referendum. Questo giochino di non accorpare in un'unica data ci costa, secondo alcune stime, tra i 200 e i 300 milioni di euro (...siamo in crisi ...)
Comunque sarà, quello del 150°, un compleanno molto amaro, dove mai in passato le Istituzioni e soprattutto la coscienza civica sono state sottoposte alla demolizione e alla umiliazione a cui stiamo assistendo oggi.
Sono mesi che assistiamo allibiti agli scandali che scandiscono l'orologio della politica del Belpaese : fondi per il terremoto dell'Aquila, P3, Affittopoli, Parentopoli, ministri che sistemano parenti e conoscenti, escort, malasanità etc. E questi sono solo quelli più noti
Non si sono spesi molti soldi per il 150° anniversario e questo è un bene.
Se si voleva festeggiare al meglio la ricorrenza, poteva essere l’occasione per un rilancio dei valori e dei princìpi che sono stati alla base dell’Unità.
Ma soprattutto ai princìpi che i nostri nonni ci hanno insegnato nel tempo : l’onestà e il rispetto delle regole in primis.
Invece … Bè, sono queste settimane dove si fa fatica e si soffre guardando come i banditi stiano spolpando (ancora) il Paese.
Dopo Tangentpoli non è cambiato niente, o forse si ma in peggio.
L’Italia è un Paese straordinario, con gente incredibile. Nel bene e nel male.
Abbiamo un patrimonio culturale che da solo equivale a quello presente in tutti gli altri paesi.
Abbiamo un’inventiva strepitosa, una capacità di adattamento unica.
Abbiamo delle bellezze naturalistiche uniche al mondo, che resistono nonstante le stiamo massacrando vergonosamente ogni giorno.
Abbiamo una tradizione nella cucina che non ha confronti al mondo per varietà e qualità.
Abbiamo uomini (con la U maiuscola), morti negli anni per difendere la patria e le istituzioni, statisti veri (non i nani di oggi) che hanno saputo far risollevare l'Italia in ginocchio dopo il fascismo.

… e poi abbiamo una classe politica attuale indecente e indegna di rappresentarci.
Quale peccato abbiamo commesso per meritarci lo spettacolo dello scempio delle istituzioni e della morale che troppi politici e rappresentanti delle istituzioni stanno quotidianamente perpetrando ?
Perchè molti si dicono incazzati nel vedere Benigni che ha recitato in TV l'inno nazionale e non si indignano a vedere i banditi (pregiudicati, inquisiti, rinviati a giudizio) che ancora pontificano dagli schermi e sulle pagine dei giornali ?


Allora per cercare di difenderci un pò dall'insopportabile diluvio di retorica e di falsità che ci pioverà addosso, suggerisco un semplice prontuario, una regola elementare da applicare ogni qualvolta qualcuno, a vario titolo, parla o scrive rispetto alla celebrazione del 150° dell'Unità d'Italia.
Provate a chiederevi se chi vi sta parlando in TV o colui di cui state leggendo, cosa ha fatto per il nostro Paese, se ha agito bene o male, se ha avuto problemi con la giustizia o anche solo se con il suo comportamento ha infangato la morale
Provate a chiederevi se coloro hanno imbrattato l'immagine dell'Italia e del suo popolo e se lo ha fatto in casa nostra o ancora peggio all'estero.
Provate a pensare ai valori della "morale", della "famiglia", dell'"onestà", del "rispetto delle regole", del "rispetto per la diginità delle persone, donne e uomini", del "rispetto del denaro pubblico", del "rispetto per le libertà" e a chiedervi se chi vi parla in TV ha comportamenti adeguati a questi princìpi..
Provate a farvi queste semplici domande, cercando di accettare la giusta retorica e il giusto invito a celebrare l'Unità da coloro che sono moralmente autorizzati a farlo e cercando di separarli da coloro che invece meritano la solita e solenne pernacchia. (p.s.., nel piccolo, questo vale anche per Sannazzaro, sia che si parli di Unità d'Italia sia che si parli della nostra comunità : da una parte chi ha approfittato, chi ha danneggiato il nome di Sannazzaro, dall'altra chi cerca invece di darvi lustro).
E non parlo solo di chi fa politica.


Per il sottoscritto i "padri dell'Italia", le persone che inserirei nel Pantheon moderno sono i vari De Gasperi, Berlinguer, Falcone, Borsellino, Pertini, Montanelli, Sordi, De Andrè, chi ha sacrificato la vita per la difesa del Paese contro i nazisti o sul Carso, Morricone, Leone, Bearzot, Benigni, Pavarotti, Totò, Gaber, Coppi, Battisti e altri che ora non ricordo.
Non metterei mai nessun politico degli ultimi 20-25 anni. Nessuno lo merita nemmeno lontanamente.


La parola ai cittadini. Scrivi a : cambiasannazzaro@libero.it

In difesa del federalismo
Il federalismo non fa più paura, per sdrammatizzare una situazione di tensione e falsi allarmismi creatasi attorno a questo disegno di legge vorremmo precisare quanto segue: La tanto attesa svolta nella riforma fiscale locale premierà i Sindaci più Virtuosi, a discapito di chi ci legge nascosto tra le righe aumenti di tasse locali o qualsiasi altra tassazione. Il famoso extragettito che si verrà a creare a favore delle amministrazioni locali più oculate deriverà dal decreto sul fisco dei Sindaci che offre almeno tre buone promesse.
La prima è spuntata in extremis nell’ultima versione rivista del testo, che ha deciso di puntellare le entrate dei sindaci con una compartecipazione all’Iva, invece della vetusta all’Irpef prevista il giorno prima.

La novità è importante perché la compartecipazione, una volta a regime la riforma, dovrà avvenire su base territoriale, e sarà fondata sul gettito effettivo riscosso in ogni provincia e, quando saranno disponibili i dati, in ogni comune.
Questo impianto è perfettamente in parallelo a quello previsto per le regioni,anche loro destinatarie di una fetta, il 25% dell’ Iva prodotta sul loro territorio e offre un incentivo vero agli amministratori a impegnarsi contro le attività economiche in nero, e contro chi snobba gli scontrini o quant’altro.
Ogni euro di Iva in più nel gettito annuo regionale/comunale, infatti, avrà un effetto diretto sulle entrate degli enti territoriali. Si supererà così il paradosso del meccanismo attuale, che in questi anni ha fatto salire l’aliquota di compartecipazione regionale per far quadrare i bilanci, finendo per offrire una sorta di premio all’evasione.

L’altra spinta arriverà dai premi per i comuni che parteciperanno alla caccia all’evasore, nascondendosi dietro ad un tecnicismo. Oltre all’aumento della quota di maggior gettito a favore del sindaco dal 33% al 50%, che contribuirà all’amministrazione finanziaria di individuare chi inganna il fisco, il decreto sul federalismo prevede di assegnare il premio ai comuni al momento dell’accertamento dell’evasione e non della riscossione a titolo definitivo.

Sembrerà un dettaglio ma è decisivo.
Superare le pastoie dei contenziosi con gli evasori in tempi tecnici più brevi per vedersi erogati questi premi, farà si che i sindaci siano più tempestivi ad indossare la veste di censori dell’equità fiscale, negli anni passati abbandonata perché non vedeva frutti nell’immediato ma di sicuro godimento alle amministrazioni a venire.
Il kit antievasione si completa infine con l’incrocio delle banche dati.

Essi stessi avranno l’accesso alle anagrafi tributarie per controllare l’elenco dei contratti d’affitto, delle utenze luce e gas, delle dichiarazioni dei residenti e degli autonomi che insistono sul territorio con una attività economica.
Scovare un affitto in nero a questo punto, sarà solo questione di volontà politica.
LISTA BOLOGNESE (Vittorio Airoldi)

Sulla bontà del federalismo non ho dubbi.
Agli inizi degli anni ’90 rimasi folgorato dagli articoli sul Corriere del professore Tremonti che illustrava le potenzialità del circuito “pago-vedo-voto” , pago le tasse, vedo come vengono spese da chi amministra e scelgo chi votare di conseguenza.
Sono federalista convinto e credo che l’Unità d'Italia, se fosse stata fatta a suo tempo seguendo i principi esposti da Carlo Cattaneo e non con invece la guerra di conquista piemontese, avrebbe avuto maggiore fortuna.
Detto tutto ciò, faccio 2 brevi considerazioni, una è nel merito, l’altra è nella forma.
Nel merito.
Il federalismo fiscale a mio avviso dovrebbe venire come step successivo alla ridistribuzione delle competenze. Prima occorre capire chi-fa-cosa tra regioni, stato e comuni (noto con tristezza che le inutili provincie sono ancora previste e questo è già di per sé negativo), ovvero quali competenze devono avere i vari livelli amministrativi.
Dopo vengono reindirizzate le risorse, sulla base della separazione fiscale.
Poi un dubbio che nessuno mi ha ancora tolto : se io sposto in periferia le tasse, a cosa rinuncia lo Stato centrale ? E quali competenze vengono spostate, per fare in modo che lo Stato centrale costi meno ?
Poi c’è la forma e qui la discussione diventa politica.
Lo dico molto nettamente : una riforma federalista che nasce palesemente come merce di scambio alla Lega per garantire l’impunità di B., è come far nascere un figlio in condizioni svantaggiate.
Io stesso che, ripeto sono federalista convinto, non posso accettare questo pessimo baratto.
Detto tutto ciò, ho letto che in altri centri la Lega organizza incontri pubblici per illustrare le caratteristiche salienti di questa riforma.
Invito la Lista Bolognese (o la Lega) a organizzare un incontro aperto al pubblico dove sia possibile approfondire la materia, avendone però, almeno parzialmente, un taglio formativo e non meramente politico.